La Fortezza

L’imprendibile fortezza castiglionese

La fortezza della metà del 1200 fu costruita in modo da essere inattaccabile, sia dall’esterno che in caso di conquista del paese.

La Fortezza fu iniziata intorno al 1247 su ordine dell’imperatore di Federico II di Svevia. L’intero borgo esistente venne distrutto e ricostruito sotto il coordinamento di frate Elia da Cortona, contemporaneo di San Francesco e progettista fra l’altro anche della prima Basilica del Santo ad Assisi. Di struttura pentagonale irregolare, ha quattro torri agli angoli ed il Mastio triangolare più interno di circa 30 metri di altezza.

Delle torri, quella fallica e quelle quadrata a sud sono del XIII secolo, coeve alla Rocca; le altre due rotonde sostituirono quelle precedenti nel XV e nel XVI secolo, poiché la superficie tonda dava maggiori sicurezze in seguito all’avvento dei cannoni.
Al suo interno esistevano strutture murarie per gli alloggiamenti dei soldati, ancora visibili sulle mura di meridione, ed una cisterna per l’indispensabile approvvigionamenti di acqua nei casi di assedio.

Nell’eventualità di una guerra le difese venivano maggiorate con lo scavo di un fossato che ne percorreva l’intero perimetro.
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Dalla sommità del mastio si controllava tutto il territorio

Messa in posizione centrale nel lago, dalla fortezza si poteva comunicare con gli altri castelli rivieraschi.

La chiesa di san Donato, oggi rudere, era quasi sicuramente l’antica chiesa paleocristiana di Castiglione del Lago. Originariamente triabsidata, fu adattata a cappella per l’uso interno della fortezza. Le possibilità difensive del castello furono aumentate con l’innalzamento di un secondo tratto di mura, del quale esistono oggi solo alcuni brani, che partiva dalla facciata del Palazzo ed arrivava fin quasi sotto il Mastio. Lo scopo era quello di offrire un’ulteriore barriera in caso di conquista del borgo. Per questo stesso motivo il camminamento di ronda del tratto murario fra il Palazzo e la prima porta del castello, coperto a tetto ai primi del 600, fu fornito di feritoie per archibugi anche nel lato interno, ed il mastio era vuoto al suo interno: l’accesso era possibile soltanto con scale di legno appoggiate su pianerottoli e ogni volta ritirate dopo l’uso.
Il suo interno è stato adattato ad anfiteatro per cinema, rappresentazioni ed eventi di vario genere.

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